I bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento possono manifestare una grande sofferenza psicologica legata all’esperienza delle loro carenze scolastiche.
Il malessere che sperimentano è paragonabile al disagio che noi viviamo quando ci troviamo in un Paese straniero, nel quale si parla una lingua che non comprendiamo. Noi sappiamo che si tratta di una condizione temporanea, perché rientreremo a casa e tutto si normalizzerà. La situazione è ben diversa per un bambino con Disturbo Specifico dell’Apprendimento che ogni giorno a scuola vive con le proprie difficoltà, sentendosi inadeguato.
Motivazione e successo: un legame molto stretto
Quale immagine hanno di sé gli studenti con DSA? I dati evidenziano che sono a maggior rischio di bassa autostima. Essendo intelligenti, si rendono conto che nonostante il loro impegno non ce la fanno come i compagni. Ognuno di noi si percepisce competente sulla base delle esperienze di successo o di insuccesso che vive. Ci sono poi anche i giudizi che gli altri esprimono sulle nostre abilità: questi contribuiscono ad accrescere o a sminuire la nostra autostima. Un bambino che quotidianamente deve affrontare delle difficoltà ha bisogno di adulti comprensivi e pazienti. Il nostro modo di accogliere i suoi problemi, ciò che noi pensiamo di lui, possono fare la differenza e contribuire a costruire la fiducia che egli ripone nelle proprie capacità. Dunque, se le persone che stanno accanto al bambino lo elogiano e ne valorizzano i punti di forza, evitando di concentrarsi principalmente sulle sue fragilità, se mettono in risalto ogni suo progresso, lui diventerà consapevole delle proprie abilità e delle proprie potenzialità. Il circolo è virtuoso: se il bambino ha fiducia in sé affronterà con piacere nuove situazioni di apprendimento, che gli permetteranno di migliorare e di conseguenza di credere maggiormente in se stesso.
Non sottovalutiamo inoltre lo stretto legame esistente tra motivazione e successo; se l’alunno ottiene dei risultati soddisfacenti, la sua motivazione aumenterà e questa getterà le basi per successi futuri. Se lo studente «colleziona» fallimenti, c’è invece il rischio che giorno dopo giorno la sua motivazione si smorzi. Per i bambini che raramente ottengono risultati positivi, con il passare del tempo, è sempre più faticoso trovare la forza per impegnarsi. E se un alunno si demotiva, purtroppo, è altamente probabile che diventi protagonista di altri insuccessi.
Come sostiene Giacomo Stella, professore di Psicologia clinica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, le emozioni nell’apprendimento possono essere elementi non solo di potenziamento, ma anche di freno. Nel mondo emotivo di un alunno con DSA rientra anche il sentimento di impotenza appresa, di cui ci parla lo psicologo statunitense Martin Seligman. Questa condizione ha origine dai ripetuti fallimenti vissuti dal bambino. Se lui si impegna con costanza e non riesce ad ottenere i risultati sperati, impara che è inutile tentare e ritentare, perché non potrà mai essere all’altezza della situazione.
La “percezione di competenza”
Nel caso di alunni con DSA è allora estremamente importante sostenere la motivazione ad apprendere lavorando sulla percezione di competenza. Per aiutarli, tutor e insegnanti possono impostare il loro lavoro in modo da evitare che il bambino viva continui fallimenti. È possibile pianificare le attività proponendole non in versione semplificata, ma variandone la complessità e quindi facendo sì che il bambino si senta protagonista di piccoli successi.
Un bambino con DSA, come tutti i bambini, è unico e speciale. È importante che viva in un ambiente incoraggiante, accogliente e rassicurante. La presenza di adulti che lo sostengono emotivamente contribuirà ad attenuare le ricadute psicologiche del suo disturbo.
Fonti bibliografiche
Grenci R. (2015) Le aquile sono nate per volare. Trento Edizioni Erickson
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA in DM 5669 del 12 luglio 2011